Integrazione dei Test Genetici Preimpianto e Sfide della PMA: Una Visione Futura dei LEA
In Italia, l’accesso equo e gratuito alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) su tutto il territorio nazionale rimane un obiettivo irraggiunto, nonostante le promesse dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che dovevano entrare in vigore a gennaio 2024. Questi nuovi LEA, annunciati dal ministro della Salute Orazio Schillaci e attesi da sei anni, avrebbero dovuto includere anche le prestazioni di PMA a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, a causa di ritardi nel rinnovo del nomenclatore tariffario da parte del MEF e delle regioni, l’implementazione è stata posticipata fino ad aprile 2024, con possibili ulteriori ritardi.
Antonino Guglielmino, past president della Società Italiana della Riproduzione Umana, ha sottolineato la mancanza di copertura per i test genetici preimpianto, un elemento essenziale che ancora non trova rimborsi. Nonostante le richieste, l’inserimento di queste prestazioni nei LEA potrebbe richiedere più tempo, aggravando la situazione di coppie che già affrontano costi elevati per la PMA, variabili tra 5.000 e 10.000 euro per ciclo.
Attualmente, la PMA è parzialmente coperta dallo Stato, con una percentuale significativa di trattamenti che rimane a carico dei cittadini, specialmente in certe regioni meno fornite di centri pubblici. Questo ha creato disparità significative nell’accesso alle cure tra nord e sud del paese, con molte coppie costrette a lunghi viaggi per ottenere trattamenti gratuiti.
Daniela Zuccarello, rappresentante della Società Italiana di Genetica Umana, ha evidenziato l’importanza dei test genetici preimpianto (PGT) che permettono di evitare diagnosi prenatali invasive come la villocentesi o l’amniocentesi, spesso seguite da interruzioni di gravidanza. Tuttavia, questi test non sono stati inclusi nei LEA a causa di aggiornamenti tariffari obsoleti e non tengono conto dei rapidi avanzamenti nella medicina genomica degli ultimi anni.
La legge 40, che regola la PMA in Italia, continua a mostrare limitazioni, nonostante le modifiche apportate dalla Corte Costituzionale. La legge non permette l’accesso alla PMA a donne single o coppie omosessuali e non promuove la donazione di gameti, portando a un’elevata dipendenza da gameti importati dall’estero.
In conclusione, nonostante alcuni progressi, l’Italia affronta ancora molteplici sfide nella regolamentazione e nell’accesso alla PMA. Le promesse di integrazione completa dei servizi nel sistema sanitario nazionale rimangono in sospeso, evidenziando la necessità di un aggiornamento legislativo che rifletta le esigenze scientifiche e sociali attuali.
la morte del proprietario, una prospettiva devastante per la signora Sandra, che vede negata la possibilità di un’eredità biologica da parte del figlio. Di questa storia ne ha parlato un articolo di vanityfair.it.
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