Clima e fertilità: come il caldo estremo influenza la salute riproduttiva

Clima e fertilità: come il caldo estremo influenza la salute riproduttiva

Clima e fertilità sono strettamente collegati tra loro. L’innalzamento delle temperature e l’inquinamento atmosferico stanno diventando una minaccia concreta per la fertilità maschile e femminile, infatti il caldo eccessivo può compromettere la qualità del liquido seminale, riducendo il numero e la motilità degli spermatozoi e causando alterazioni del DNA. Anche la riserva ovarica nelle donne può essere influenzata negativamente, con conseguenze sul concepimento spontaneo e sulla risposta ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Secondo recenti dati condivisi al congresso ESHRE, l’impatto ambientale coinvolge oltre tre miliardi di persone, soprattutto in aree climaticamente instabili. Un solo grado in più nella temperatura testicolare può compromettere la produzione spermatica.

Ad attirare la nostra attenzione in merito a questo argomento è un articolo pubblicato su repubblica.it

Il calo della natalità in Italia non dipende solo da infertilità fisica, ma anche da una diminuzione del desiderio riproduttivo. Tuttavia, chi cerca un figlio e non riesce a concepire dopo 12 mesi di tentativi (o 6 mesi se la donna ha più di 40 anni) dovrebbe sottoporsi a una valutazione specialistica.

Oggi anche il numero di donatrici di ovociti è in diminuzione, rendendo più complesso l’accesso alla fecondazione eterologa. Inoltre, molte coppie ripongono eccessiva fiducia nella PMA, ignorando che i tassi di successo diminuiscono con l’aumentare dell’età.

Per questo motivo, è essenziale personalizzare ogni percorso di fertilità, adattandolo alle caratteristiche individuali della coppia: età, riserva ovarica, qualità seminale e stile di vita. Il cambiamento climatico è ormai anche una questione di salute riproduttiva: affrontarlo significa proteggere il futuro delle generazioni.

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