Cos’è l’oligozoospermia e perché incide sulla fertilità
L’oligozoospermia è una condizione caratterizzata da una bassa concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale. Secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si parla di oligozoospermia quando la concentrazione spermatica è inferiore a 15 milioni di spermatozoi per millilitro di sperma.
Questa condizione può ostacolare il concepimento naturale e rappresenta una delle principali cause di infertilità maschile, spesso diagnosticata nei percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA).
Tipologie di oligozoospermia
L’oligozoospermia può essere distinta in base al grado di severità:
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Lieve: 10–15 milioni/ml
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Moderata: 5–10 milioni/ml
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Grave: meno di 5 milioni/ml
È importante sottolineare che la quantità non è l’unico parametro da valutare: anche la motilità e la morfologia degli spermatozoi giocano un ruolo cruciale.
Quali sono le cause dell’oligozoospermia?
Le origini di questa condizione possono essere molteplici e, in alcuni casi, multifattoriali. Le cause principali includono:
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Squilibri ormonali (ad esempio ipogonadismo, alterazioni di FSH e LH)
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Varicocele (dilatazione delle vene del testicolo)
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Infezioni genitali (come prostatiti o epididimiti)
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Stile di vita non sano (fumo, alcol, obesità, sedentarietà)
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Esposizione a sostanze tossiche o radiazioni
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Fattori genetici o cromosomici
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Uso prolungato di farmaci o anabolizzanti
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Temperatura testicolare elevata (ad esempio a causa di indumenti troppo stretti o esposizione frequente a saune e bagni caldi)
Come si diagnostica l’oligozoospermia?
La diagnosi avviene tramite spermiogramma, un’analisi del liquido seminale eseguita in laboratorio. Il prelievo avviene mediante masturbazione, rispettando un periodo di astinenza di 2–7 giorni.
Per confermare la diagnosi, è consigliabile ripetere l’esame a distanza di almeno 2–3 settimane, poiché i valori possono variare nel tempo.
Altri esami utili possono includere:
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Ecografia scrotale e Doppler
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Dosaggi ormonali (FSH, LH, testosterone, prolattina)
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Analisi genetiche (es. cariotipo, microdelezioni del cromosoma Y)
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Test per la frammentazione del DNA spermatico
È possibile migliorare l’oligozoospermia?
In molti casi, sì. Le strategie di trattamento dipendono dalla causa sottostante:
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Varicocele: può essere trattato chirurgicamente
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Infezioni: si curano con antibiotici mirati
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Squilibri ormonali: prevedono una terapia endocrinologica personalizzata
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Stile di vita: migliorare alimentazione, ridurre lo stress, smettere di fumare e fare attività fisica regolare può avere un impatto positivo
In assenza di una causa correggibile, si può ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, scegliendo la tecnica più adatta (IUI, FIVET, ICSI) in base alla concentrazione e qualità degli spermatozoi.
Oligozoospermia e inseminazione artificiale: quali prospettive?
Nei casi di oligozoospermia lieve o moderata, l’inseminazione intrauterina (IUI) può essere una valida opzione, soprattutto se i parametri seminali migliorano dopo la capacitazione in laboratorio.
Nei casi più severi o associati ad altre anomalie (astenozoospermia, teratozoospermia), è preferibile optare per la fecondazione in vitro (FIVET) o per la iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI), che consente di selezionare il miglior spermatozoo disponibile per ogni ovocita.
L’oligozoospermia non significa infertilità assoluta. Grazie ai progressi della medicina riproduttiva, oggi esistono percorsi diagnostici e terapeutici personalizzati che permettono a molte coppie di realizzare il desiderio di genitorialità.
Affidarsi a un centro specializzato in fertilità maschile garantisce una valutazione completa e un approccio mirato, basato su protocolli aggiornati e tecniche di PMA all’avanguardia.