Dopo Molti Aborti Spontanei è Possibile Ricorrere alla PMA?

Dopo Molti Aborti Spontanei è Possibile Ricorrere alla PMA?

Una domanda frequente tra le coppie in cerca di un figlio

Molte persone si chiedono se, dopo aver vissuto più aborti spontanei, sia possibile affrontare un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA). La risposta è , ma ogni caso deve essere attentamente valutato da specialisti in fertilità, che analizzeranno la storia clinica, le cause degli aborti precedenti e le opzioni terapeutiche più appropriate.

Aborti ricorrenti: quando si parla di poliabortività?

Si definisce poliabortività la condizione in cui una donna ha avuto due o più aborti spontanei consecutivi, generalmente entro le prime 12 settimane di gravidanza. È un evento doloroso sia fisicamente che emotivamente, ma non è raro: si stima che circa il 1-2% delle donne in età fertile viva questa esperienza.

Cause degli aborti ricorrenti: perché è importante indagare

Prima di intraprendere un percorso di inseminazione artificiale o altre tecniche di PMA, è fondamentale identificare le possibili cause degli aborti. Tra le più comuni:

  • Anomalie genetiche o cromosomiche

  • Problemi ormonali (es. insufficienza luteinica, problemi tiroidei)

  • Patologie uterine (setto uterino, polipi, aderenze)

  • Trombofilie o disfunzioni immunologiche

  • Infezioni silenti

  • Fattori maschili (alterazioni del DNA spermatico)

Solo una diagnosi approfondita permette di personalizzare il trattamento e aumentare le possibilità di successo.

Quando la PMA diventa una soluzione

Dopo una serie di aborti, molte coppie si rivolgono ai centri di fertilità per valutare l’accesso a tecniche di fecondazione assistita. La PMA può rappresentare un’opportunità concreta per:

  • Monitorare con precisione l’embrione prima del trasferimento

  • Scegliere gli ovociti o gli spermatozoi migliori, anche mediante tecniche avanzate come il test genetico preimpianto (PGT)

  • Controllare l’ambiente uterino e supportare adeguatamente la fase luteale

L’inseminazione intrauterina (IUI), la FIVET e l’ICSI sono strumenti che, se applicati correttamente, possono aiutare a superare l’infertilità legata alla poliabortività.

Cosa aspettarsi dal percorso PMA dopo più aborti

Un centro specializzato in medicina della riproduzione valuterà:

  1. Analisi genetiche su entrambi i partner

  2. Ecografie e isteroscopia per verificare la morfologia uterina

  3. Esami ormonali e immunologici

  4. Test sul liquido seminale con valutazione del DNA spermatico

  5. Supporto psicologico, spesso utile dopo esperienze traumatiche

Dopo la raccolta dei dati, il medico elaborerà un piano di trattamento personalizzato, che potrà includere anche supporto farmacologico, tecniche di selezione embrionale e monitoraggi molto serrati nelle prime settimane di gravidanza.

La PMA non elimina il rischio, ma lo riduce

È importante sottolineare che nemmeno le tecniche di fecondazione assistita possono garantire al 100% l’assenza di aborti futuri. Tuttavia, grazie alla diagnosi approfondita e all’approccio multidisciplinare, è possibile ridurre sensibilmente i rischi e aumentare le probabilità di portare a termine una gravidanza.

Affrontare più aborti consecutivi è una delle esperienze più difficili per una coppia. Tuttavia, oggi la medicina riproduttiva offre strumenti concreti per comprendere le cause e affrontare il problema con successo. La PMA, se intrapresa in un centro qualificato, rappresenta una valida opzione anche dopo aborti ripetuti, permettendo a molte coppie di realizzare il desiderio di diventare genitori.

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