Fumo in gravidanza: i rischi di sigarette tradizionali ed e-cig per mamma e bambino
Smettere di fumare è una scelta fondamentale per la salute riproduttiva e il corretto sviluppo del bambino; ma fumare in gravidanza, anche solo tramite sigarette elettroniche, comporta rischi significativi per l’embrione, soprattutto in caso di concepimento tramite inseminazione artificiale (IUI) o fecondazione assistita (FIVET/ICSI).
Sigarette tradizionali: quali sono i pericoli in gravidanza?
Il fumo di tabacco contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, tra cui nicotina, monossido di carbonio e metalli pesanti, molti dei quali tossici o cancerogeni.
Effetti negativi accertati:
- Ritardo nella crescita intrauterina (IUGR): bambini più piccoli del normale alla nascita.
- Distacco della placenta, placenta previa e rottura prematura delle membrane.
- Aumento del rischio di aborto spontaneo e parto pretermine.
- Ridotto apporto di ossigeno al feto per effetto del monossido di carbonio.
- Maggiore incidenza di morte in culla (SIDS) e problemi respiratori post-natali.
Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il fumo in gravidanza aumenta di 2-3 volte il rischio di basso peso alla nascita e compromette lo sviluppo neurocomportamentale del neonato.
E-cig in gravidanza: sono davvero più sicure?
Le sigarette elettroniche, spesso percepite come alternative “meno dannose”, non sono prive di rischi. Sebbene non contengano combustione, i liquidi vaporizzati possono rilasciare nicotina, glicole propilenico, metalli pesanti (piombo, cadmio, nichel) e sostanze irritanti.
Rischi associati:
- Assorbimento della nicotina attraverso la placenta, con effetti negativi sul sistema nervoso fetale.
- Potenziale impatto sullo sviluppo polmonare.
- Possibile alterazione epigenetica dello sviluppo embrionale.
- Alcuni studi su modelli animali indicano che l’esposizione al vapore di e-cig può alterare la funzione placentare e compromettere l’impianto embrionale, un rischio rilevante per le pazienti sottoposte a inseminazione artificiale o altre tecniche di PMI (Procreazione Medicalmente Assistita).
Fumo passivo: un rischio da non sottovalutare
Non è solo chi fuma attivamente a esporre il feto al rischio. Anche l’esposizione al fumo passivo, in casa o nei luoghi chiusi, è pericolosa durante la gravidanza.
Il fumo ambientale aumenta il rischio di complicazioni ostetriche e neonatali e può alterare la qualità del liquido amniotico, incidendo sul benessere fetale.
Fumo e inseminazione artificiale: effetti sulla fertilità e sull’impianto
In un percorso di procreazione assistita, smettere di fumare è fondamentale non solo durante la gravidanza ma già prima del concepimento.
Effetti documentati del fumo sulla fertilità:
- Ridotta riserva ovarica e alterazione della funzione tubarica.
- Aumento del tasso di abortività precoce.
- Minor risposta ovarica alla stimolazione ormonale.
- Ridotta recettività endometriale e peggioramento dei tassi di impianto.
- Nei soggetti maschili il fumo incide su numero, motilità e morfologia degli spermatozoi, compromettendo la qualità del seme anche nei trattamenti IUI.
Cosa consigliamo
- Smettere di fumare prima dell’inizio del trattamento di inseminazione artificiale o fecondazione assistita.
- Evitare l’uso di sigarette elettroniche in gravidanza e in fase pre-concezionale.
- Evitare ambienti in cui si fuma (anche all’aperto, in presenza ravvicinata).
- Richiedere supporto medico per la disassuefazione, anche attraverso consulenze integrate con il percorso di PMA.