Integrazione della PMA nei LEA: Cambiamenti e Impatti

Integrazione della PMA nei LEA: Cambiamenti e Impatti

A partire dal 28 gennaio, i trattamenti di procreazione medicalmente assistita (PMA) saranno inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), una mossa significativa per standardizzare l’accesso a queste cure essenziali attraverso il servizio sanitario nazionale. Questa integrazione mira a eliminare le disparità tra le regioni italiane, uniformando criteri come l’età massima per le donne a 46 anni e il numero di cicli permessi a sei, con tariffe e ticket uguali per tutti.

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Questa decisione dovrebbe facilitare la mobilità dei pazienti tra le regioni, semplificando l’accesso alle cure ovunque nel paese. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo un possibile allungamento delle liste d’attesa, dato che l’accesso migliorato potrebbe incrementare la domanda, spingendo alcune coppie a scegliere il settore pubblico anziché quello privato. Le regioni stanno rispondendo velocemente, con alcune come la Sicilia e la Puglia che stanno convenzionando più centri privati per gestire l’aumento previsto dei pazienti.

Un aspetto interessante dei nuovi LEA è che estendono l’orizzonte di trattamento a livello europeo, permettendo ai pazienti con tempi d’attesa superiori ai 120 giorni di cercare trattamento all’estero a spese della sanità pubblica. Secondo l’ultimo report del 2022, l’Italia ha registrato circa 110,000 trattamenti di fecondazione assistita, risultando in 16,700 nascite, che rappresentano più del 4% dei nuovi nati. Queste statistiche evidenziano l’importanza crescente della PMA nel panorama della natalità italiana.

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