Nascite tramite Procreazione Assistita in Italia: Crescita Impressionante

Nascite tramite Procreazione Assistita in Italia: Crescita Impressionante

Negli ultimi dieci anni, le nascite tramite Procreazione Assistita, in Italia, ha subìto una crescita impressionante, con un aumento del 73%. Secondo i dati raccolti nel Rapporto sull’evento nascita del Ministero della Salute, l’89% di questi eventi è avvenuto presso strutture pubbliche, e il 20% delle neomamme proviene da altri paesi, evidenziando una tendenza all’innalzamento dell’età media al primo figlio tra le italiane, ora superiore ai 32 anni.

Il rapporto, basato sui dati del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP) del 2022, evidenzia una tendenza alla riduzione dei parti pretermine e un aumento dell’età media delle madri. La cura prenatale ha visto un aumento del numero di visite ostetriche e di ecografie effettuate, mentre l’amniocentesi e il ricorso al parto cesareo hanno registrato un calo.

Approfondimenti sulla Procreazione Assistita:

La tecnica di fecondazione in vitro tramite trasferimento di embrioni (FIVET) si conferma la più utilizzata, con un incremento dal 37% al 48% dal 2012 al 2022. Nonostante il generale aumento dei parti tramite PMA, si registra un calo significativo della percentuale di parti plurimi da PMA, passando dal 21% al 9%.

Caratteristiche delle Madri:

Le madri straniere rappresentano circa il 20% dei parti, con una maggiore incidenza nelle regioni del Centro-Nord dell’Italia. La provenienza geografica più frequente tra le madri straniere è l’Africa, seguita dall’Unione Europea, dall’Asia e dal Sud America. L’istruzione delle neomamme italiane tende ad essere medio-alta, mentre tra le straniere prevale una scolarità medio-bassa. La maggior parte delle madri è occupata lavorativamente.

Dati sui Neonati:

La maggioranza dei neonati presenta un buon indice di Apgar a cinque minuti dalla nascita, e solo una minima percentuale nasce con un peso inferiore ai 1.500 grammi. Sono stati rilevati casi di natimortalità e malformazioni diagnosticati alla nascita, con un tasso di natimortalità di 2,40 ogni 1.000 nati.

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