Progressi in Ucraina per la Procreazione Assistita Post Mortem: Confronto con la Legislazione Italiana

Progressi in Ucraina per la Procreazione Assistita Post Mortem: Confronto con la Legislazione Italiana

In Ucraina, la possibilità per le vedove di militari caduti di ricorrere alla procreazione assistita post mortem, con il seme congelato dei loro mariti è diventata una realtà. La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha dato ormai il via a delle procedure per modificare una legge che, fino ad ora, impediva questa pratica. Questa iniziativa rappresenta un importante cambiamento e viene dopo una lunga battaglia portata avanti dalle vedove, che desiderano avere figli dai loro partner deceduti.

Una figura centrale in questa lotta è Nadine Lytovchenko, che, insieme al marito caduto in guerra, aveva deciso di congelare lo sperma per preservare la possibilità di procreare.

Ad attirare la nostra attenzione in merito a tali progressi in Ucraina, è un articolo scritto su luce.lanazione.it

Al contrario, in Italia, la situazione è molto diversa, infatti la procreazione assistita post mortem è illegale, in base alla legge 40/2004. Questa normativa prevede la distruzione dei gameti crioconservati in caso di morte di uno dei partner.

In sintesi, mentre l’Ucraina sta compiendo passi significativi per supportare le vedove dei soldati nel loro desiderio di maternità, l’Italia mantiene una posizione più restrittiva, sottolineando differenze culturali e legislative notevoli in materia di procreazione assistita.

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