Scoperta Australiana Potrebbe Rivoluzionare il Trattamento dell’Infertilità Maschile
Una recente scoperta australiana promette di risolvere uno dei problemi principali legati all’infertilità maschile: la scarsa motilità degli spermatozoi, o astenozoospermia, che influisce negativamente sulla possibilità di concepimento naturale. La ricerca, condotta dalla Monash University in Victoria, ha dimostrato come l’uso degli ultrasuoni possa incrementare la motilità degli spermatozoi fino al 266%. Circa il 30% dei casi di infertilità maschile è attribuibile a questa problematica, che compromette la capacità degli spermatozoi di muoversi efficacemente verso l’ovulo.
Il team di ricerca, guidato dal dottorando Ali Vafaie, ha sperimentato una tecnica non invasiva di breve durata, che consiste nell’esporre gli spermatozoi a un ciclo di ultrasuoni di 20 secondi, stimolando significativamente la loro mobilità. La sperimentazione ha mostrato che questa metodologia è in grado di trasformare gli spermatozoi da una mobilità scarsa o nulla a livelli più elevati di mobilità, essenziali per il successo della fecondazione.
Ad attirare la nostra attenzione in merito a tale ricerca, è un articolo pubblicato su fanpage.it
Il processo, definito “meccanoterapico”, si è rivelato sicuro poiché non ha compromesso l’integrità del DNA degli spermatozoi né la loro vitalità. In termini pratici, questa tecnica potrebbe ridurre la necessità di ricorrere a procedure di fecondazione in vitro più invasive e costose, come l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI).
I risultati dello studio, pubblicati su Science Advances, indicano una ripartizione impressionante dei livelli di motilità post-trattamento, con la maggior parte degli spermatozoi che passano da non progressivi a progressivi. Questa promettente innovazione offre una nuova speranza per molti uomini che affrontano sfide riproduttive, riducendo potenzialmente la barriera economica e tecnica associata ai trattamenti di infertilità avanzati.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per validare completamente l’efficacia e la sicurezza del metodo prima che possa essere adottato su vasta scala. I ricercatori sono cautamente ottimisti riguardo alle future applicazioni cliniche di questa tecnica, con l’obiettivo di migliorare sostanzialmente i tassi di successo della fecondazione assistita.
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