Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita di Primo Livello

Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita di Primo Livello

Quando la gravidanza desiderata non si realizza spontaneamente entro 12-24 mesi, le coppie si trovano a dover affrontare il problema dell’infertilità, che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riguarda circa il 15% delle coppie a livello globale. In questi casi, si può ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) di primo livello, considerate tra le opzioni meno invasive.

Queste tecniche, definite anche come intracorporee, favoriscono la fecondazione all’interno dell’apparato genitale femminile, rispettando la fisiologia della riproduzione naturale. Le tecniche di primo livello includono principalmente l’inseminazione intrauterina, il monitoraggio dell’ovulazione e l’induzione dell’ovulazione.

Il monitoraggio dell’ovulazione si attua tramite ecografie transvaginali ripetute, utili per osservare la crescita del follicolo e per indicare i momenti più fertili per avere rapporti sessuali. Talvolta, questo monitoraggio è abbinato all’induzione dell’ovulazione, un trattamento farmacologico che stimola le ovaie a produrre uno o più ovuli maturi, ideale per donne con cicli anovulatori o irregolari.

Ad attirare la nostra attenzione in merito all’argomento delle tecniche di procreazione Medicalmente assistita, è un articolo pubblicato su nostrofiglio.it

La procedura di inseminazione intrauterina, invece, consiste nel posizionare direttamente lo sperma all’interno dell’utero durante il periodo fertile per massimizzare le possibilità di fecondazione. Questa tecnica è particolarmente indicata nei casi di infertilità endocrinologica o sterilità inspiegata e può essere utilizzata sia con sperma del partner che di un donatore.

Queste metodiche, pur essendo di primo livello, richiedono un iter diagnostico approfondito che include la valutazione della storia clinica dei partner e la ricerca delle cause di infertilità, per poi passare, se necessario, a tecniche di secondo o terzo livello, come la fecondazione in vitro, se i cicli di inseminazione non portano al risultato sperato.

Le leggi italiane, in linea con le linee guida della legge 40/2004, regolamentano l’uso delle tecniche di PMA, permettendo l’accesso a tali trattamenti solo dopo aver accertato l’impossibilità di superare le cause di infertilità con metodi meno invasivi. Dal 2014, la Corte Costituzionale italiana ha anche liberalizzato la fecondazione eterologa, ampliando le possibilità per molte coppie di realizzare il sogno di diventare genitori.

Per continuare a leggere l’articolo clicca QUI

Related Posts